LINEWSLETTER: non tutto ma di tutto (#23)
30.03 | In vetrina questa settimana: Mario Bosco se ti prendo, Adolescence, il consiglio delle carte, Ariana Grande e il punto interrogativo.
C’era una volta un ragazzo con tante idee, ma poca costanza.
C’era una volta anche una icona gay italiana e la vetrina di un negozio a Milano Ovest.
Questa è la storia di come da un iconico video di Elenoire Ferruzzi sia nata questa newsletter, dove troverete forse non tutto, ma sicuramente di tutto.
Tra i vostri Per Te di TikTok ultimamente è spuntato un omino che in un italiano stentato chiede se voi lo mettete lo YANNIS sulla pizza? Avete letto più volte il commento “Mario Bosco se ti prendo” senza capire a chi si riferisse? Beh, eccomi qua a darvi del contesto, partendo un po’ dalle basi.
Sono sempre stato un uomo dalle mille micro-ossessioni (una volta magari vi racconto di quando ero entrato nel tunnel dei servizi televisivi sul funerale di Fabrizio Frizzi).
Tra queste ossessioni, da anni, rientrano gli Italoamericani. Non so esattamente spiegare perché, fatto sta che sono davvero tante le ore perse a guardare gente convinta che conoscere termini come PASTAFASUL, GABAGUL e PROSUTT equivalga a parlare italiano.
Con questo presupposto qui, non potevo quindi che essere da anni un grandissimo fan di Growing Up Italian, un vodcast tenuto da Sabino e Rocco, 2 ragazzi italoamericani di New York, che ha avuto tra i suoi ospiti anche un sacco di pezzi grossi italiani (Anna, Lazza, Rose Villain, Guè, ecc.)
Da una costola di Growing Up Italian è ultimamente nato Cresciuto Italiano, con focus proprio sull’apprendimento della lingua italiana, che vede insieme a Sabino e Rocco anche la presenza fissa di Big Joe e proprio lui, Mario Bosco.
Comico e attore, Mario ha subito catturato l’attenzione di TikTok, sia per il suo italiano maldestro (un misto tra napoletano e slang newyorkese) ma anche per il suo aspetto. È un ragazzino? È un uomo trans? È la risposta statunitense a Mario Giordano? Niente di tutto questo: Bosco è affetto da ipopituitarismo, che essenzialmente inibisce il corretto sviluppo ormonale rendendo quindi la persona un eterno pre-adolescente. Io vi confesso che, nonostante mi inquieti un po’ per la sua somiglianza con la marionetta di quel celebre episodio di Piccoli Brividi, gli voglio un po’ di bene.
Più generalmente comunque, tra strafalcioni e luoghi comuni sull’Italia, Cresciuto Italiano è un prodotto molto divertente, per cui se avete del tempo da perdere sulla tazza del cesso, ve lo consiglio caldamente.
Se con Cresciuto Italiano abbiamo riso, eccoci invece a piangere con Adolescence.
Uscita qualche settimana fa su Netflix, la serie (su cui non voglio dare spoiler) è fondamentalmente una riflessione sulla rabbia maschile e la mancanza di strumenti dati ai ragazzini nel gestirla, rendendoli facili prede di radicalizzazione.
Parallelamente a questo, abbiamo inoltre il focus su quanto spesso i genitori non abbiano la benché minima idea di cosa succede ai loro figli, della distanza tra percezione e realtà e dell’esplosione che scatta quando queste due vanno a scontrarsi.
Un grandissimo plus della serie è inoltre il fatto che i suoi 4 episodi siano girati completamente in piano sequenza (dopo aver finito di guardare vi consiglio caldamente di guardare anche il behind the scenes), rendendola esteticamente ipnotica e strabiliante.
Era da tempo che Netflix non faceva uscire un prodotto di una qualità del genere quindi, armatevi di coraggio e godetevi (si fa per dire) questo gioiellino.
Non solo di fatturare vive l’uomo, diceva il Vangelo (più o meno), e le carte questa settimana vanno a reiterare questo messaggio.
Il consiglio dei Tarocchi per la prossima settimana è infatti proprio un invito a essere lucidi e bilanciati come il Re di Spade. Godiamoci il frutto del nostro lavoro e l’abbondanza che ne consegue (10 di Denari), ma non dimentichiamoci anche di lasciar spazio all’interiorità, al riposo e in generale a tutta la nostra sfera personale (La Papessa). Un po’ per ciascuno, non fa male a nessuno.
Se vi interessa il mondo dei tarocchi e magari volete anche un consulto privato, potete seguire la mia pagina @sebsandthetarot su Instagram.
(Mazzo della settimana: Tarocchi Marsigliesi, edizione Lo Scarabeo)
LOOK IT’S GLINDA ARIANA!
Messi momentaneamente da parte i panni della Strega del Nord, Ariana Grande ha droppato venerdì Brighter Days Ahead, la versione deluxe definitiva di Eternal Sunshine, ultimo suo album uscito a marzo dell’anno scorso, con 6 nuove canzoni.
Ad accompagnare la release, un mini film co-diretto da Ariana stessa in cui le canzoni della versione standard e quelle della deluxe di Eternal Sunshine si incontrano per terminare la storia di Peaches, la protagonista del video di We can’t be friends (ovviamente ispirata alla Clementine di Eternal Sunshine Of The Spotless Mind).
Dubito di soprendervi dicendo che ho amato questa nuova versione dell’album, in particolare Twilight Zone, Dandelion e Hampstead. Brava Ari, sapevo di poter contare su di te.
Tra le altre uscite più o meno interessanti della settimana abbiamo anche un nuovo singolo di Kesha (ft. T-Pain), un remix di Physical di Dua Lipa feat. Troye Sivan per celebrare i 5 anni di Future Nostalgia e il singolo di ritorno di Kali Uchis, che anticipa Sincerely, il nuovo album in uscita il 9 maggio.
Potete ascoltare queste e le altre nuove uscite della settimana selezionate per voi nella playlist New Music Friday: THE SEBLECTION. Buon ascolto!
Questo numero iniziato parlando delle mie micro-ossessioni non poteva concludersi con il racconto di un’altra di queste.
Una delle cose che mi hanno sempre incuriosito sin da piccolo è l’arbitrarietà delle lingue e di come mai chiamiamo le cose con il loro nome. Vi lascio immaginare la faccia di quella poveretta di mia madre quando si sentiva per l’ennesima volta chiedere come mai l’armadio si chiamasse “armadio”.
Recentemente invece ho scoperto l’origine del simbolo del punto interrogativo, per cui eccomi a condividerla con voi.
Durante il Medioevo, i copisti latini (in particolare gli amanuensi dei monasteri), usavano scrivere la parola quaestio (“domanda” in latino) alla fine delle frasi interrogative per indicarne il tono e di conseguenza il senso.
Col tempo, per risparmiare spazio e velocizzare la scrittura, quaestio venne abbreviato in qo, con la q scritta sopra la o. Questa abbreviazione si semplificò progressivamente fino a diventare il segno che oggi conosciamo: un punto con una curva sopra.
Prossima volta che la vostra crush vi risponderà “????????” a una vostra battuta infelice, provate a salvare la situazione raccontando l’origine di questo simpatico simboletto.
Ed eccoci arrivati anche questa volta alla fine del nostro giro tra i vari scaffali della LINEWSLETTER. Alla prossima settimana! ❤️🔥